Frutto di molte specie di susino (Prunus), un arbusto o alberello appartenente alla famiglia delle Rosacee. Le prugne sono rotonde o oblunghe, con polpa e buccia gialla o rosso-violacea, ricoperta da una sostanza cerosa (pruina). All’interno della polpa si trova il nocciolo, di solito allungato e appuntito.
Tra le specie più conosciute vi sono Prunus instititia, Prunus domestica, che è la specie più diffusa in Italia in diverse varietà tra cui: Rusticana, Florentia, San Pietro e regina Claudia.
La prugna aiuta la digestione e ha effetto lassativo. Contiene:
- zuccheri, ripartiti fra glucosio, fruttosio e saccarosio;
- fibra (cellulosa e pectine);
- acidi organici, che favoriscono l’eliminazione dell’acido urico;
- sali minerali, soprattutto potassio;
- vitamine, in particolare vitamina C;
- antociani (nella buccia), sostanze antiossidanti che conferiscono al frutto la colorazione caratteristica;
- tannini e sostanze amare nella corteccia e nelle foglie;
Il potere calorico delle prugne secche, ovviamente più povere d’acqua rispetto a quelle fresche, è elevato perché gli zuccheri sono più concentrati, ma anche alcune vitamine e i sali minerali risultano, a parità di peso, più abbondanti che non nei frutti freschi.
Le prugne si consumano come frutto fresco, oppure essiccate o sciroppate; si utilizzano nella preparazione di macedonie, salse, creme, budini, dolci, gelati e yogurt.
Contro la stitichezza si consumano, a digiuno o prima dei pasti, le prugne fresche, secche, cotte nell’acqua.
Anche lo sciroppo di prugne è lassativo (immergere 50 g di prugne in 100 ml di alcol).
“Se solo Apollo facesse pace con Dionisio”